Lettera all'imprenditore n°147 del

7 Aprile 2020

Qual’è l’impatto del Covid-19 sulla liquidità?

Non vi è alcun dubbio che il Covid – 19 sia un virus globale. Non per nulla l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) lo ha definito come pandemia e in base alle sue ultime analisi ha anche avvertito che la diffusione nel mondo sta accelerando.

Al di là degli effetti devastanti dell’infezione sulle popolazioni mondiali, la vera prossima sfida che si prospetta riguarda il futuro economico del pianeta e, più nello specifico, quello del nostro paese, già gravato da un debito molto elevato, destinato a salire ulteriormente nel prossimo futuro per far fronte a tutte le manovre necessarie per contenerne gli effetti.

Com’era infatti prevedibile, il coronavirus metterà alle strette le aziende italiane, causando da un lato un forte crollo del fatturato e dall’altro l’allungarsi dei tempi di incasso dei crediti.

La domanda da porsi è dunque la seguente: dopo il fermo, le imprese, piccole o grandi che siano, riusciranno a reggere l’urto?

Il problema si pone già oggi per tutti i settori travolti dalla crisi che, dopo il cd. “fermo macchine”, dovranno ripartire. Qualsiasi impresa, dal piccolo commerciante alla grandissima impresa di costruzioni o alla fabbrica automobilistica, si troverà a dover fronteggiare le immediate richieste di pagamento di tutta la platea dei propri fornitori.

Se la domanda crolla, l’impresa avrà serie difficoltà a reggere l’urto e a far fronte ai propri debiti e, l’impossibilità di talune imprese di fare fronte regolarmente alle obbligazioni assunte, potrebbe provocare a catena danni e crolli anche sui creditori i quali a loro volta, in un inevitabile effetto domino, si troveranno nell’impossibilità di onorare i propri debiti.

Per prevenire i rischi connessi ad una situazione di questo tipo si rende necessaria la veloce introduzione di un importante ammontare di liquidità sul mercato ed in particolar modo alle imprese, indispensabile per non far cadere l’economia italiana.

Se osserviamo la rilevazione realizzata da Banca d’Italia al 31 gennaio 2020, l’ammontare dei prestiti concessi a società non finanziarie ammontava a 638 mila miliardi di euro (di cui 204 mila miliardi entro 12 mesi, 157 mila miliardi con scadenza da 1 a 5 anni e 276 mila miliardi oltre i cinque anni) e, pertanto, per fronteggiare un potenziale crollo finanziario generato dal fermo macchina, è dunque chiaro che si renderà necessario un intervento massiccio da parte dello stato e delle banche in termini di pronta liquidità da fornire alle imprese.

Le varie misure attuate dal governo attraverso il decreto “cura Italia”, tra cui si annoverano la sospensione dei mutui, l’indennizzo per le partite IVA e la cassa integrazione, possono sicuramente essere una buona base di partenza, ma di certo non sono sufficienti a risolvere il problema urgente del capitale circolante che in molte imprese si dilaterà nei prossimi mesi. È proprio in questa direzione che va l’ultimo intervento dello stato, realizzato attraverso il Decreto Liquidità emanato il 6 Aprile 2020. Si tratta di un intervento massiccio quantificabile in 400 miliardi di garanzie da erogare alle imprese: 200 miliardi verranno erogati come garanzie sui prestiti, altri 200 miliardi verranno utilizzati per il sostegno dell’export.

Oltre a ciò il Decreto prevede il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi.

I punti principali del decreto in questione verranno trattati approfonditamente all’interno della prossima newsletter che uscirà nei prossimi giorni.

Per i motivi esposti le misure attuate o in corso di studio da parte della Commissione Europea, della BCE e del governo italiano, saranno cruciali per la sopravvivenza delle imprese italiane.

Si tratta infatti di una sfida globale che, prima o dopo, tutti i paesi saranno chiamati ad affrontare. Per questa ragione è importante fare fronte comune e coalizzarsi, soprattutto a livello europeo, cercando di individuare le migliori soluzioni possibili per superare una crisi, per dimensioni e modalità, mai avvenuta prima.

Parafrasando quanto detto dal dottor Mario Draghi al Financial Times: “Bisogna rimanere uniti, come Europei, supportandoci l’un l’altro nel conseguire l’obiettivo comune”.

Benedetti&Co, società di consulenza direzionale specializzata da oltre dieci anni nel corporate finance, è collegata con i principali Fondi italiani ed esteri per aiutare le piccole, medie e grandi imprese al reperimento di risorse finanziarie necessarie e strumentali allo sviluppo di progetti di crescita aziendale.

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