Lettera all'imprenditore n°233 del

9 Febbraio 2022

Perché è sempre più difficile trovare personale?

Portatemi via la mia gente e lasciatemi le aziende vuote e presto l’erba crescerà sul pavimento dei reparti.

Portatemi via le aziende e lasciatemi le persone con cui lavoro e presto avrò aziende migliori di prima.”

Andrew Carnegie

L’Italia è entrata in una nuova fase storica caratterizzata da una lenta ma progressiva riduzione della forza lavoro. A causa di questo fenomeno e qualora fossero confermati gli attuali trend, nei prossimi dieci anni il Paese rischierà di perdere un lavoratore su cinque.

Si tratta di un fenomeno senza precedenti, più accentuato rispetto agli altri paesi europei e con effetti di maggior impatto sul mondo del lavoro.

Quali sono le principali cause di tale fenomeno?

Osservando l’evoluzione storica della popolazione italiana dal 1950 al 2020 e analizzando le previsioni effettuate fino al 2070, sulla base dei dati ISTAT, risulta evidente che tale fenomeno ha avuto inizio già nel 2015.

Come si può notare dal grafico, la popolazione italiana dal primo dopoguerra è cresciuta costantemente fino al 2015, passando da 47,5 a 60,7 milioni di abitanti con una crescita complessiva quasi del 28%.

Nel 2015 è avvenuta l’inversione di tendenza: da allora la popolazione italiana è diminuita, passando da 60,7 a 59,6 milioni di abitanti nel 2020 (con un calo di poco più dell’ -1%).

Le cause di tale fenomeno sono riconducibili principalmente a:

  • Una costante riduzione del saldo naturale (differenza tra nati e morti) che dall’inizio del millennio è sempre stato negativo;
  • Un saldo migratorio positivo (differenza tra immigrati ed espatriati) che dal 2015 non riesce più a compensare il saldo naturale negativo.

Le previsioni sviluppate indicano che tale trend è destinato a peggiorare ulteriormente nei prossimi 50 anni. Si ipotizza che la popolazione italiana scenderà fino a toccare i 47,6 milioni nel 2070.

Come impatterà tale trend sul mercato del lavoro?

Il trend in atto avrà un forte impatto sul mondo del lavoro: il calo della popolazione in età lavorativa sarà superiore di 10 punti percentuali rispetto a quello dell’intera popolazione italiana.

Le previsioni relative alla popolazione attiva (15-64 anni) fino al 2070 stimano, infatti, un calo complessivo di oltre il 32%, passando dagli attuali 38 milioni ai 25,7 milioni nel 2070.

Entrando nel dettaglio, nel decennio 2020-2030 la fascia d’età maggiormente colpita sarà quella tra i 40-49 anni, che vedrà infatti una diminuzione di oltre il 22%. Tale dato è particolarmente rilevante non solo per il suo valore assoluto, ma anche per il ruolo trainante che tipicamente questo cluster ricopre nello scenario lavorativo nazionale.

Siamo pertanto entrati in una fase storica in cui le fasce centrali lavorative andranno progressivamente a indebolirsi come mai in passato, creando problematiche oltre che in ambito lavorativo anche in ambito previdenziale.

Quali saranno le problematiche in ambito aziendale?

La problematica principale sarà rappresentata dalla difficoltà nel reperire forza lavoro, cosa d’altronde già riscontrata negli ultimi anni da tutte le aziende. Una continua diminuzione della popolazione attiva, infatti, contrarrà sempre più l’offerta di lavoro.

Un ulteriore impatto rilevante si avrà sul costo del lavoro, che è destinato ad aumentare a causa del divario crescente tra domanda e offerta di lavoro. La continua riduzione di persone attive renderà, infatti, il capitale umano una risorsa scarsa, sempre più difficile da reperire. Ciò implicherà oltre che ad un maggior costo, anche un maggior impegno delle aziende nell’attrarre e nel mantenere il personale necessario allo svolgimento delle proprie attività.

Benedetti&Co, grazie alla sua capacità di svolgere ricerche macroeconomiche, ha sviluppato una grande esperienze nell’analizzare scenari e tendenze, supportando le imprese nella ridefinizione delle proprie strategie.

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