Lettera all'imprenditore n°387 del
16 Luglio 2025
Il PIL cresce con le gambe delle persone

“Sono le persone che lavorano e non il governo a generare crescita economica”
Phil Gramm
Nell’attuale panorama economico globale, la capacità di analizzare e interpretare i principali indicatori macroeconomici è fondamentale per formulare strategie di business efficaci e prendere decisioni ponderate. Tra questi, il Prodotto Interno Lordo (PIL) Pro Capite emerge come un indicatore essenziale per valutare il benessere economico e il potere d’acquisto di una popolazione, offrendo al contempo preziose indicazioni sulle opportunità e le sfide presenti nei diversi mercati. Il PIL Pro Capite rappresenta infatti il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno dei confini geografici di un paese in un determinato periodo di tempo, normalmente un anno, diviso per la sua popolazione totale.
Evoluzione storica del Pil pro capite delle principali economie
Analizzando il PIL pro capite delle principali economie mondiali, a valori costanti espressi in dollari e a parità di potere d’acquisto, è possibile notare come vi sia stato, nell’ultimo ventennio, un profondo cambiamento del posizionamento italiano rispetto alle altre economie di riferimento.
Nel 2000 l’Italia, con un PIL pro capite pari a 50.353 $ si posizionava al secondo posto, subito dopo gli Stati Uniti con una differenza solo del 8,50% e superiore all’area euro del 10,50%.
Dopo 23 anni l’Italia è retrocessa dalla seconda alla quinta posizione, superata da Germania, Francia e dalla media europea. Rispetto agli Stati Uniti il gap si è più che triplicato (29,4% rispetto all’8,50% del 2000) mentre nei confronti della media europea il vantaggio che esisteva nel 2000 è svanito, aprendo un gap del 6%.
Questo è potuto accadere, come evidenzia il grafico sopra riportato, perché il PIL pro capite italiano è cresciuto solo del 4,7% in 23 anni (mediamente 0,2% anno) e solo grazie alla forte crescita registrata dopo la pandemia (+16%). Nel ventennio 2000-2020 la variazione è stata addirittura negativa, pari al 9,6%. Gli Stati Uniti, invece, sono cresciuti del 34,7% (1,4% anno) e l’area euro è cresciuta del 22.8% (0,9% anno).
Se analizziamo la crescita media annua delle economie prese in considerazione l’Italia è all’ultimo posto, mentre paesi come Francia e Spagna hanno registrato una crescita maggiore di tre volte. L’Europa è cresciuta quasi quattro volte più velocemente dell’Italia e gli Stati Uniti addirittura quasi sei volte.
Osservando quanto accaduto dopo la pandemia, l’Italia si posiziona al primo posto in termini di crescita del PIL pro capite (16%). Questo risultato indica un cambiamento di passo per il nostro Paese e fa ben sperare per il futuro.
L’eccellenza italiana nel lavoro
Se il PIL pro capite offre una misura del benessere economico medio di una nazione, l’analisi del PIL pro capite per occupato fornisce una prospettiva più specifica e critica. Questo indicatore misura infatti l’efficienza con cui il fattore lavoro viene impiegato nel processo produttivo. In altre parole, ci permette di comprendere quanta ricchezza viene generata. Tale indicatore non è influenzato della struttura demografica di un Paese e si concentra esclusivamente sulla capacità della popolazione cha lavora di generare valore.
Nel 2000 l’Italia si posizionava al primo posto con un valore prodotto pro capite pari a 136 mila dollari, distanziando i Paesi europei di circa il 20% e gli Stati Uniti di oltre il 30%.
Questo valore dopo 23 anni, in Italia, si è ridotto a 130 mila (-5,5%), facendo mantenere comunque al Bel Paese la seconda posizione. Gli Stati Uniti hanno avuto una crescita superiore al 37% e hanno scalato la classifica passando dalla quarta alla prima posizione. Rispetto all’Italia hanno recuperato il gap che esisteva, distanziandola l’Italia di oltre il 16%. I paesi europei hanno quasi tutti colmato il gap esistente nei primi anni 2000 passando dal 20% al 6%.
Il problema italiano
Anche se l’Italia, in relazione al PIL per occupato, si colloca ai primi posti a livello mondiale, il benessere degli italiani non è cresciuto nell’ultimo ventennio. Il benessere di un popolo, obiettivo di ciascuna nazione, si misura, infatti, con il PIL pro capite e l’Italia in questo campo ha fatto un notevole passo indietro rispetto al 2000.
Il problema italiano, pertanto, è strettamente collegato alla mancata crescita di queste grandezze, anche se negli ultimi tre anni sembra che questo trend si sia invertito facendo ben sperare per il futuro.
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