Lettera all'imprenditore n°239 del

23 Marzo 2022

Aziende italiane in Russia e Ucraina: gli effetti del conflitto

Il conflitto tra Russia e Ucraina, oltre a destare massima preoccupazione in termini di vite umane, avrà un impatto rilevante non solo sull’economia dei Paesi direttamente coinvolti, ma anche sull’economia mondiale.

Tra i Paesi dell’UE, l’Italia è al quarto posto per il valore delle esportazioni sui mercati della Russia e dell’Ucraina. Secondo gli ultimi dati di Confindustria, infatti, oggi l’Italia esporta verso la Russia circa 7 miliardi di prodotti e ne importa 12,6 miliardi, in particolare gas e materie prime.

Considerata la situazione attuale, le imprese italiane più a rischio sono ovviamente quelle che hanno stretti rapporti commerciali o tramite una loro filiale in Bielorussia, Russia e Ucraina. Di fronte a questo scenario ed all’evoluzione del conflitto armato, le aziende italiane, soprattutto le più piccole, non sono sufficientemente preparate.

Quante sono le aziende italiane che hanno una partecipata in questi Paesi?

Ad oggi risultano essere oltre 1.500 le aziende italiane con almeno una società partecipata in Russia, Ucraina o Bielorussia, con un numero complessivo di subsidiary superiore a 1.800.

Di queste, circa il 64% è localizzato in Russia, il 33% in Ucraina ed il restante 3% in Bielorussia, come mostrato dal grafico sotto.

Localizzazione delle Partecipate Estere in Russia, Ucraina e Bielorussia (2021)

Quali sono i settori di attività?

Il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio è al primo posto con un numero di aziende operanti in tale comparto, pari al 39% del totale. Seguono il settore manifatturiero (28%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (7%), il settore delle costruzioni e delle attività immobiliari (5% ciascuno).

Considerando il settore di appartenenza delle aziende analizzate, il grafico seguente mostra l’attività svolta da tali realtà.

Quanto fatturano le partecipate?

Sulla base dei dati disponibili è stato estratto un campione costituito da oltre 700 partecipate estere con sede in Russia, Bielorussia e Ucraina. Il fatturato registrato dalle aziende presenti in questo campione è stato di circa 13 miliardi di euro nel 2020, dato in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente in cui si è registrato un fatturato complessivo di circa 15 miliardi di euro (-13%).

All’interno del campione il commercio all’ingrosso e al dettaglio risulta essere il settore che nel 2020 ha avuto la quota maggiore di fatturato (28%), seguito dal manifatturiero (25%) e dal settore dell’energia elettrica e gas (20%), come riportato nel grafico sottostante.

Quota di fatturato delle Partecipate Estere in Russia, Ucraina e Bielorussia (2021), per settore

Complessivamente le subsidiary italiane presenti in Russia, Bielorussia e Ucraina hanno generato negli scorsi anni un valore di mercato considerevole e oggi il futuro di tali realtà viene messo a rischio dalla possibile evoluzione del conflitto e dalla situazione di incertezza che stiamo vivendo.

Per le imprese, infatti, il conflitto può portare ad una serie di problemi a cascata: crisi delle catene logistiche, interruzione di flussi economico-finanziari consolidati, separazione dalle sussidiarie estere e privazione di una larga fascia di mercato oltre ad eventuali write off degli investimenti fatti.

Molte aziende saranno, inoltre, costrette chiudere le proprie sedi localizzate nei Paesi direttamente interessati dal conflitto, a causa dei danni subiti ai loro stabilimenti o a causa degli embarghi.

Bendetti&Co, grazie alla sua capacità di svolgere ricerche macroeconomiche, ha sviluppato una grande esperienza nell’analizzare scenari e tendenze, supportando le imprese nella ridefinizione delle proprie strategie.

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